Facebook CPM:cos’è
I
l CPM di Facebook (ovvero Cost Per Mille Impressions) è una metrica molto importante che consente di definire il costo per ottenere 1000 “impressions” o visualizzazioni di un’inserzione all’interno della piattaforma. Si tratta perciò di un vero e proprio KPI, un valore da tenere in forte considerazione in fase di analisi e monitoraggio delle facebook ads. Comprendere questa metrica consente infatti di valutare l’efficacia di una campagna e, di conseguenza, intervenire per eventuali modifiche o correzioni. A questo proposito, però, è bene fare alcune precisazioni. Il costo per le “impressions”, infatti, non deve essere confuso con quello necessario per ottenere click sull’annuncio. Nel primo caso, in particolare, la metrica fa riferimento alle persone che hanno visualizzato la facebook ad. Nel secondo caso, invece, il valore da considerare è il “Cost per Click” (CPC), che indica il costo necessario per ottenere click sull’inserzione. D’altra parte un utente può limitarsi a visualizzare l’annuncio senza cliccare. Viceversa, potrebbe approfondire la campagna cliccando sull’annuncio e atterrando su una landing page.
CPM Facebook: come si calcola
La formula per il calcolo del CPM è quindi la seguente:
Prezzo dell’annuncio/numero di contatti raggiunti X 1000
Di conseguenza, se un annuncio costasse 500 € e la campagna consentisse di raggiungere una media di 100.000 persone, il CPM sarà di 5€. Il valore assoluto, tuttavia, non è molto indicativo. Per valutare correttamente questa metrica è necessario infatti confrontare più valori ottenuti da campagne effettuate nello stesso settore o ambito commerciale. Non solo, il CPM può variare anche in base al pubblico selezionato o a seconda del formato e della grafica scelta per l’inserzione. Insomma, prima di valutare la bontà di questo indicatore, è bene considerare una serie di parametri, avere un CPM medio di riferimento e, soprattutto, comprenderne appieno l’utilità.
CPM Facebook: a cosa serve e come ridurlo
Per far questo occorre partire dal fine che ha questa metrica, ovvero indicare il costo per ottenere un certo numero di “impressions” o visualizzazioni di un annuncio. Il peso che questo valore ha all’interno di una campagna dipende perciò dall’obiettivo della stessa. Se, ad esempio, lo scopo dell’inserzione è la mera visualizzazione dell’annuncio, allora questo KPI giocherà un ruolo fondamentale. Al contrario, se l’obiettivo della campagna è quello di ottenere più click verso una landing o il sito web, allora il CPM avrà un’importanza relativa. Un’inserzione infatti potrebbe ottenere moltissime visualizzazioni e quindi avere un CPM basso e, al tempo stesso, ricevere pochi click. Di conseguenza, se una campagna ha lo scopo di incrementare le visite al sito, bisognerà considerare soprattutto il CPC, ovvero il “Cost per Click”. Diversamente, il CPM potrà giocare un ruolo importante nelle inserzioni che abbiano come fine la notorietà dell’azienda e quindi la Brand awareness.


Facebook CPM: come ottimizzarlo
In quest’ultimo caso, obiettivo dell’inserzionista sarà quello di abbassare il più possibile questo costo, attraverso una serie di modifiche e interventi nella gestione degli annunci. Uno fra questi è quello di sfruttare bene i posizionamenti offerti da Facebook. In particolare, in fase di impostazione della campagna bisognerebbe utilizzare la funzione “Posizionamento automatico”, così da permettere alla piattaforma di indirizzare l’annuncio verso i canali migliori. In questo modo sarà possibile ottenere un CPM basso. Un’altra strategia vincente è quella di effettuare il più possibile A/B test.
Questo significa creare più inserzioni che abbiano creatività differenti, così da individuare quella più efficace e in grado di abbassare il costo delle visualizzazioni. Infine, il modo migliore per ridurre il CPM è sicuramente quello di creare una strategia full-funnel, cominciando proprio dalla creazione di campagne che abbiano lo scopo di incrementare la visibilità del marchio, ovvero di aumentare il numero di visualizzazioni degli annunci.